Abbiamo mutuato questo slogan perché meglio di ogni altra frase, ci pare riassuma, l’importanza del programmare, controllare e verificare le proprie azioni e quelle del proprio ente.
La potenza, o più appropriatamente il potenziale, generato dalle nostre risorse, può essere tanto un’opportunità, se oculatamente governate, quanto la più pericolosa delle minacce se lasciata a sé stessa.
Il mix di fattori produttivi che fanno da forza motrice e che rappresentano il mezzo per il conseguimento della Mission, per poter dare i frutti per i quali sono stati messi in campo, devono girare come ingranaggi di un meccanismo ben sincronizzato. Trascurare un solo aspetto gestionale o addirittura un singolo fattore produttivo rischia di rendere incontrollabile una potenza che nel migliore dei casi è sprecata, nel peggiore ci porta al fallimento.
Per operare al meglio e conquistare la fiducia dell’ambiente in cui operiamo è fondamentale conoscere il percorso che farà, che sta facendo e che ha fatto, ogni singola dinamica che interessa l’organizzazione e le implicazioni che essa ha generato.
- Ma quanto è difficile impostare un soddisfacente sistema di controllo di gestione?
- Qual è il rischio che diventi l’ennesima incombenza tra le tante a cui siamo assoggettati e per le quali fatichiamo a vedere un beneficio nel nostro operato quotidiano?
- E come far accettare all’interno della nostra organizzazione un cambiamento di paradigma così radicale?
Sono interrogativi legittimi e ai quali siete chiamati a rispondere ancor prima di imbarcarvi in un progetto del genere. Dare delle risposte non sarà banale, e il motivo sta nel fatto che il controllo di gestione stesso non è un processo banale che va sottovalutato.

Ma da dove iniziare questo processo?
Il primo passo da fare è esplicitare degli obiettivi in modo chiaro, progettare dei processi per realizzarli che siano gestibili, individuare delle metriche di misurazione, investire del tempo in formazione del personale e non di meno dotarsi di strumenti altamente performanti.
Ed è proprio di quest’ultimo aspetto che ci occuperemo in questo e in alcuni post futuri.
Avere degli strumenti che generino un reale valore aggiunto si traduce nell’introdurre nella propria organizzazione sistemi che ci garantiscano il massimo risultato con il minor sforzo possibile, che sappiano crescere con la nostra organizzazione, che siano caratterizzati un’elevata usabilità, che ci assicurino l’integrità dei dati e la loro sicurezza, che si sappiano uniformare ai nostri processi, che restituiscano degli output chiari e riscontrabili.
Un sistema unico per le organizzazioni

Per rispondere a queste ed anche ad altre esigenze Metadonors ha progettato e realizzato Donodoo, uno strumento concepito e creato interamente per il mondo Non Profit.
Un CRM pensato per le esigenze del Non Profit: un tool pensato per gestire grandi numeri di anagrafiche, segmentare dati in maniera dettagliata, integrare informazioni da tutto il processo di fundraising.
Un ERP per il mondo Non Profit: un ambiente unico, dove far lavorare tutta l’organizzazione, tante applicazioni ma un solo database, per risparmiare ore lavoro da dedicare alla propria mission.
Donodoo, quindi, è in grado di accompagnare la vostra organizzazione durante tutto il ciclo gestionale, dalla progettazione della campagna alla gestione dei donors, dalla misurazione delle performance ai processi di accountability.
Il fatto stesso di poter gestire tutto ciò che riguarda la vostra organizzazione in un unico strumento, fornisce la possibilità di poter tracciare ogni operazione che avviene dal momento in cui il donatore o prospect viene contattato fino al momento in cui la relativa donazione viene impiegata.
La grande quantità di informazioni che è possibile raccogliere immagazzinare ed elaborare in Donodoo in modo agevole e veloce ci consente di ottenere, oltre che una conoscenza minuziosa delle performance, un miglioramento concreto delle performance stesse (scarica il business case Amnesty in fondo all’articolo)
Donodoo oltre che i classici aspetti economico-finanziari permette di valutare una serie di indicatori qualitativi che danno un senso di completezza ai numeri derivanti dalle campagne di raccolta fondi e non solo.
A questo punto non resta che iniziare…